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8 Vaccini Per Viaggiare Sicuri

Tempo Di Viaggi: Quali I Vaccini A Disposizione

I viaggi internazionali, inclusi quelli verso i Paesi in via di sviluppo, sono sempre più diffusi ed espongono i viaggiatori a diversi rischi a seconda del tipo di viaggio e della destinazione.

Oltre agli improvvisi e significativi cambiamenti geografici, che comportano l’esposizione a differenti altitudini, umidità e temperatura, i viaggiatori sono chiaramente esposti ad una varietà di malattie infettive non presenti nel paese di residenza abituale. Inoltre, seri rischi possono presentarsi in caso di alloggi di scarsa qualità, condizioni igienico-sanitarie inadeguate, servizi medici poco sviluppati e dove non è disponibile acqua potabile.

È quindi di fondamentale importanza informarsi sui rischi legati a soggiorni, anche brevi, in Paesi con condizioni igienico-sanitarie e di vita profondamente diverse dalle nostre.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala che ben 1 viaggiatore su 2 ha problemi di salute legati a viaggi in paesi in via di sviluppo.

Il disturbo più frequente è la diarrea del viaggiatore che arriva a colpire tra il 30 e il 50% delle persone, seguito dall’epatite A che colpisce 1 su 300 dei non vaccinati.

Il viaggiatore è inoltre soggetto a patologie ormai rare o scomparse nei paesi industrializzati, ma molto diffuse in molte nazioni, quali malaria, rabbia, febbre tifoide e febbre gialla.

È stato ad esempio stimato che il 10% dei viaggiatori abbia richiesto un consulto medico a seguito di un viaggio internazionale, nonostante contro molte di queste malattie esistano vaccini estremamente efficaci e ben tollerati nonché una efficace prevenzione basata su semplici interventi di tipo igienico-comportamentale.

Almeno 4-6 settimane prima della partenza è sempre opportuno contattare, presso la propria ASL,  l’Ambulatorio per Viaggiatori Internazionali al fine di ricevere adeguate informazioni e ridurre il rischio di ammalarsi: verranno così affrontati i fattori chiave nel determinare i rischi infettivi e non infettivi ai quali i viaggiatori sono esposti e verranno indicate le più opportune misure di prevenzione, quali precauzioni comportamentali, vaccinazioni e chemioprofilassi.

Quando è Opportuno Vaccinarsi

Non tutti i viaggi internazionali richiedono una vaccinazione. La necessità di vaccinarsi dipende dall’area geografica che si vuole visitare (le zone rurali sono più a rischio dei centri urbani), dalla stagione (alcune malattie sono trasmesse dagli insetti solo in determinati periodi dell’anno), dalla durata del viaggio e dalle possibilità di prevenzione disponibili.

Molte malattie sono trasmesse attraverso il morso di insetti (zanzare e zecche) o animali, attraverso l’ingestione di acqua o alimenti contaminati o per contatto diretto con persone ammalate.

Indipendentemente dal mezzo di contagio, il rischio di infezioni aumenta se non si presta attenzione al rispetto delle semplici norme di prevenzione e non si adottano comportamenti corretti dal punto di vista igienico, come lavarsi le mani prima di mangiare, consumare solo acqua bollita o in bottiglie sigillate, evitare il ghiaccio nelle bevande ed evitare i cibi a rischio (frutti di mare, verdure crude, frutta fresca che non può essere sbucciata, latte non pastorizzato).

Per la malattie trasmesse da insetti è fondamentale proteggersi indossando pantaloni e maniche lunghe dopo il tramonto, usando un repellente per le zanzare e dormendo in ambienti protetti da una zanzariera.

Malgrado la grande efficacia preventiva, i vaccini non conferiscono mai una protezione assoluta e comunque non è possibile vaccinarsi contro tutte la malattie.

I viaggi in zone tropicali o subtropicali ad esempio espongono al rischio di malaria, dengue ed altre malattie per le quali non esistono vaccini: in questi casi è necessario adottare precauzioni per prevenire le punture d’insetto, adottare misure igieniche per il consumo di acqua e cibi ed eseguire una profilassi antimalarica che è specifica per ogni Paese situato in zone endemiche, in base alle specie ed al livello di farmacoresistenza dei parassiti presenti.

A seconda della meta del viaggio sono poi disponibili vaccini specifici contro colera, febbre gialla, epatite A, malattia meningococcica, febbre tifoide, rabbia, encefalite giapponese ed encefalite da morso di zecca.

La vaccinazione contro la febbre gialla è vivamente raccomandata a tutti i viaggiatori che intendono recarsi in zone in cui la malattia è presente poiché ha il duplice scopo di proteggere il viaggiatore e di evitare la diffusione del virus; questo secondo aspetto ha indotto alcuni stati a renderla obbligatoria anche se non c’è effettivo rischio per questa malattia.

È chiaramente necessario controllare di essere in regola con le vaccinazioni obbligatorie in Italia. La prova alla tubercolina prima della partenza è raccomandata per i viaggiatori che intendano risiedere nei paesi in via di sviluppo per periodi medio-lunghi.

Febbre Gialla

È una malattia molto grave, spesso mortale, causata da un virus che viene trasmesso dalla puntura della zanzara Aedes.

Le zanzare possono pungere durante tutto l’arco della giornata, con rischio maggiore all’alba e nel tardo pomeriggio. La malattia è presente in tutta l’Africa equatoriale e nell’America del Sud, dove la trasmissione può avvenire fino a 2.500 metri di altitudine.

Non sempre l’infezione si manifesta con i segni della malattia; talvolta può manifestarsi con lievi forme simil-influenzali.

Quando ciò si verifica i sintomi compaiono dopo 3-6 giorni in modo brusco con febbre, cefalea e dolori muscolari.

Dopo un periodo di miglioramento possono tuttavia comparire quadri gravi di epatite e febbre emorragica con emorragie cutanee e digestive. La gravità della malattia è variabile. Nelle forme più gravi la letalità è del 50%.

Non esiste una terapia specifica in caso di contagio. Il vaccino è molto efficace ed è sempre indicato in caso di viaggi nei paesi in cui la malattia è endemica.

La vaccinazione va eseguita almeno 10 giorni prima della partenza e conferisce un’immunità di lunga durata (oltre 10 anni).

Il vaccino contro la febbre gialla è somministrato esclusivamente presso i Centri autorizzati dal Ministero della Salute.

La vaccinazione consiste nella somministrazione di una sola dose per via sottocutanea e può essere effettuata a partire dai 9 mesi di vita. In alcuni Paesi la vaccinazione è sempre obbligatoria per l’ingresso mentre in altri è obbligatoria solo se il viaggiatore proviene da una zona infetta.

Febbre Tifoide

La febbre tifoide, detta anche tifo addominale, è un’infezione causata da un batterio del genere Salmonella, che si trova principalmente nelle zone tropicali con scarsa igiene alimentare ed idrica quali Asia meridionale e dell’est, Africa, America latina e Caraibi.

Si manifesta con febbre elevata, cefalea, malessere generale, rallentamento delle pulsazioni, tosse secca, perdita di appetito, debolezza, mal di gola, vertigini, dolori muscolari, costipazione e più raramente diarrea. L’infezione induce talvolta psicosi e confusione mentale.

La mortalità varia e può raggiungere il 10% dei casi. La febbre tifoide rientra nell’ambito delle malattie a trasmissione oro-fecale.

Il contagio avviene quindi in seguito all’ingestione di acqua o alimenti (frutta, verdura, latte non pastorizzato) contaminati da materiali fecali contenenti Salmonelle, ma è possibile anche la trasmissione da persona a persona in ambito familiare.

Gli insetti, in particolar modo le mosche, possono fungere da vettori passivi dei germi patogeni. L’uomo, malato o portatore, è l’unica sorgente di infezione. Il periodo di incubazione può variare da 3 giorni a 3 mesi a seconda della dose infettante, ma abitualmente è di 1-3 settimane.

Si previene innanzitutto applicando scrupolose norme di igiene alimentare. Il trattamento si avvale normalmente dell’uso di antibiotici, anche se la presenza di ceppi farmaco-resistenti rappresenta un problema al successo della terapia.

La vaccinazione rappresenta l’intervento farmacologico mirato a prevenire la malattia. Sono disponibili due vaccini: il primo è il vaccino Ty21a, contiene germi viventi attenuati e deve essere somministrato per via orale (tre capsule da assumere a giorni alterni); il secondo contenente l’antigene polisaccaridico Vi della di Salmonella Typhi (ceppo Ty2), da somministrare per via intramuscolare (una sola dose, con richiami ogni 2-3 anni).

Questi vaccini conferiscono una protezione pari all’80-90%, della durata presumibile di 2-3 anni. Nessuno dei due viene impiegato in maniera routinaria. Sono indicati in situazioni epidemiche e per viaggiatori diretti in zone epidemiche o endemiche, oppure per soggetti maggiormente esposti a rischio per motivi professionali (tecnici di laboratorio, addetti allo smaltimento di rifiuti, etc.).

La vaccinazione antitifica è di valore limitato in caso di esposizione a casi conclamati, mentre può essere utile in caso di convivenza con portatori cronici.

Epatite A

È una malattia infettiva acuta causata da un virus che colpisce il fegato. È caratterizzata da febbre, malessere, nausea, stanchezza e, dopo pochi giorni, ittero.

Si tratta della più comune forma di epatite trasmessa da virus e il contagio avviene attraverso l’ingestione di acqua o cibi contaminati o per contatto diretto da persona a persona, come si verifica tra i familiari di soggetti ammalati o partner sessuali, poichè il virus viene eliminato con le feci dalle persone infette.

È particolarmente diffusa in Africa, Asia, Paesi del Bacino del Mediterraneo, Medio Oriente, Centro e Sud America.

Raramente la malattia è grave: può avere una durata di 1-2 settimane o presentare un decorso clinico più severo, con forme recidivanti per alcuni mesi. La gravità del quadro clinico aumenta con l’età del paziente.

Il vaccino non è obbligatorio ma fortemente raccomandato per coloro che si recano in zone in cui la malattia è diffusa, in presenza di comportamenti che ne facilitano il contagio e di alcuni fattori di rischio quali malattie croniche del fegato.

La vaccinazione può essere inoltre raccomandata come misura di profilassi in caso di recente contatto stretto con un malato di epatite A.

La vaccinazione può essere praticata ad adulti e bambini a partire da 1 anno di età ed ha un’elevata efficacia protettiva.

Il vaccino viene somministrato per via intramuscolare nella faccia antero-laterale della coscia o nella parte alta del braccio (muscolo deltoide) a seconda dell’età. Una seconda dose di richiamo è prevista dopo 6-12 mesi dalla prima e conferisce protezione a lungo termine.

Meningite Meningococcica

È una malattia batterica acuta causata dal batterio (Neisseria Meningitidis). Questo batterio è diffuso in tutto il mondo e si conoscono 13 sierotipi differenti. Tra questi solo i sierotipi A, B, C, W135 e Y sono causa frequente di malattia meningococcica.

La malattia si trasmette per via aerea. Il batterio è presente nel naso-faringe di soggetti ammalati o portatori ed è trasmesso da persona a persona per contatto diretto tramite le goccioline di saliva.

Nonostante il batterio sia presente nelle cavità nasali e nella faringe di molte persone senza provocare malattia, causando infezioni che non danno sintomi o solo una leggera infiammazione delle alte vie respiratorie, in alcuni casi il meningococco si diffonde al sistema nervoso provocando gravi malattie invasive causa di meningite o sepsi che possono determinare lesioni permanenti e risultare fatali.

Le forme invasive hanno un esordio improvviso caratterizzato da febbre elevata, malessere generale, cefalea, nausea e vomito, spesso seguito da eruzione cutanea diffusa e nel 20% dei casi da convulsioni.

La mortalità per meningite si aggira intorno al 10-20% dei casi, mentre quella per sepsi è più elevata e si aggira intorno al 40%. Nel 20% dei casi si hanno inoltre danni neurologici permanenti.

Le infezioni invasive da meningococco colpiscono più frequentemente i bambini di età inferiore ai 5 anni, ma non sono esclusi adolescenti e giovani adulti.

Negli ultimi anni il vaccino contro il meningococco C è stato ampiamente utilizzato per la vaccinazione di massa di bambini e adolescenti in Inghilterra, Spagna, Irlanda e Olanda, paesi in cui la frequenza della malattia era elevata o in aumento.

Il sierotipo C è tra i più diffusi, ma quello più importante nel nostro Paese, poiché responsabile di più del 50% delle meningiti tra i bambini piccoli, è il ceppo B. Gli altri sierotipi patogeni A, W135 e Y sono invece molto rari in Italia. In Africa è invece prevalente il tipo A.

Sono attualmente disponibili in Italia un vaccino singolo contro il meningococco C ed un vaccino quadrivalente contro i meningococchi sierogruppi A, C, W135 e Y.

La vaccinazione è indicata per i viaggiatori che si recano in Paesi dove sono segnalate epidemie o per chi, in Paesi dove la malattia è endemica, vive a stretto contatto con la popolazione locale (ad es. personale sanitario,  missionari, ecc.).

Con l’età adulta il rischio di infezione meningococcica diminuisce e l’immunizzazione non è più raccomandata dopo i 25 anni di età.

I vaccini disponibili sono:

  1. Vaccino coniugato contenente il sierotipo C: è costituito da un antigene coniugato per consentirne l’utilizzo nei bambini di età inferiore ai 2 anni. Protegge solo contro il meningococco di tipo C. Determina una protezione di lunga durata ed è indicato anche per gli adolescenti non vaccinati nell’infanzia;
  2. Vaccino coniugato contenente il sierotipo B, di recente immissione in commercio, indicato per l’immunizzazione attiva di soggetti di età pari o superiore ai 2 mesi contro la malattia meningococcica invasiva causata da Neisseria Meningitidis di gruppo B. Sono previste differenti modalità di richiamo a secondo dell’età della prima vaccinazione;
  3. Vaccino tetravalente polisaccaridicocontro i   meningococchi di gruppo A, C,W135 e Y: questo vaccino protegge da ceppi poco frequenti in Italia; non è in grado di stimolare le difese immunitarie nei bambini di età inferiore ai 2 anni e non offre una protezione persistente nel tempo (si riduce nel giro di 3 – 4 anni). Può essere utilizzato dopo i 2 anni di età e richiede un richiamo dopo 3 anni;
  4. Vaccino coniugato con tosside tetanico per il gruppo A, C,W135 e Y che viene somministrato per via intramuscolare nella faccia antero-laterale della coscia o nel muscolo deltoide a seconda dell’età. Somministrato in dose singola può essere usato anche nei bambini a partire dai 12 mesi di età ed è indicato in caso di viaggio in aree del mondo dove i casi di meningite da ceppi A, C, W135 e Y sono causa di estese epidemie. La vaccinazione non è obbligatoria ma è particolarmente raccomandata per i soggetti affetti da patologie che li espongono a maggior rischio d’infezione, come asportazione o malfunzionamento della milza, difetti del sistema immunitario, malattie epatiche croniche e diabete di tipo 1.

Rabbia

La rabbia è una malattia virale acuta che colpisce il sistema nervoso centrale. Dopo un periodo di incubazione mediamente di 4-6 settimane, insorgono febbre, cefalea, vomito, stato di agitazione, disfagia e convulsioni; la malattia evolve poi rapidamente verso la morte per paralisi respiratoria. Dopo la manifestazione dei primi sintomi clinici, la morte sopravviene in 3-5 giorni.

L’unico serbatoio naturale dell’infezione è l’animale, che può trasmetterla all’uomo tramite morso, graffio o, semplicemente, leccatura di cute non integra da parte di animali infetti che eliminano il virus con la saliva.

Non è mai stata documentata la trasmissione interumana anche se l’uomo ammalato elimina il virus con la saliva e le urine.

È particolarmente diffusa in tutti i Paesi della fascia tropicale e subtropicale. La prevenzione della rabbia nei viaggiatori è una questione controversa.

Secondo gli esperti, la decisione di vaccinarsi prima di un viaggio, dovrebbe basarsi sulla valutazione del rischio individuale in base ad età del viaggiatore, endemicità della malattia, facilità di accesso alle cure mediche nel paese di destinazione e probabilità di essere coinvolti in attività a rischio di contagio.

Tuttavia per molti paesi non sono disponibili informazioni dettagliate in merito a questi fattori.

La vaccinazione deve essere sempre eseguita il più presto possibile in caso di morso di animale sospetto.

È indicata preventivamente per coloro che: effettuano soggiorni in zone in cui il vaccino non è immediatamente disponibile in caso di morso di animale sospetto; lavorano (anche per breve tempo) in Paesi dove la rabbia è diffusa e possono essere esposti al rischio per la loro attività; si recano in Paesi come Sud-Est asiatico, India o Nord Africa, dove la rabbia è endemica e soprattutto se sussistono condizioni particolari che possono favorire il contatto con animali infetti (trekking, gite a piedi, esplorazione di grotte, ecc…).

Il vaccino prevede la somministrazione di più dosi, per cui è opportuno iniziare la vaccinazione almeno un mese prima della partenza.

In caso di morsicatura bisogna comunque rivolgersi nel più breve tempo possibile ad una struttura sanitaria: la vaccinazione preventiva non dispensa dalla necessità di seguire un trattamento post-esposizione, ma riduce il numero di iniezioni necessarie ed evita la somministrazione di immunoglobuline.

Il rischio di contagio è abbastanza remoto: negli ultimi dodici anni sono stati segnalati 22 casi di rabbia tra turisti e migranti; in tre casi gli episodi si sono verificati a seguito di viaggi di breve durata (non superiori alle due settimane).

Alcuni studi epidemiologici hanno evidenziato che circa lo 0,4% dei viaggiatori ha subito un morso a rischio di contagio per ogni mese di soggiorno in un paese con rabbia endemica e che la vaccinazione prima di partire era stata eseguita da circa il 31% degli espatriati e dal 12% dei turisti.

La ragione principale per cui non viene effettuata la vaccinazione è di tipo economico dato l’elevato costo del vaccino.

La maggior parte dei pazienti che hanno subito una lesione ad alto rischio non era stata vaccinata prima della partenza e non ha ricevuto adeguati trattamenti sanitari dopo la lesione.

Dettagliate mappe di distribuzione della rabbia e informazioni sulla disponibilità nel paese di destinazione delle specifiche immunoglobuline antirabbiche, sarebbero necessarie al fine di individuare i viaggiatori a maggior rischio di lesioni che dovrebbero ricevere la vaccinazione prima di partire.

Colera

Il colera è una gastroenterite acuta causata dal batterio Vibrio colera, che può provocare disidratazione e morte se non adeguatamente trattata.

L’infezione provoca infatti diarrea acquosa profusa e fino al 40% dei pazienti muore se non trattata.

Si trasmette per via oro-fecale tramite l’ingestione di acqua dolce o alimenti contaminati da feci di persone infette.

È quindi opportuno fare attenzione al consumo di bevande, ghiaccio, frutta e verdure locali consumate crude, pesce crudo e crostacei. Non sempre l’infezione è seguita dalla comparsa della malattia anche se il soggetto può comunque eliminare il batterio con le feci e contaminare l’ambiente.

La prima manifestazione della malattia è caratterizzata da diarrea acquosa che può portare ad una rapida disidratazione progressiva.

Il rischio di infezione è basso per i turisti, mentre può essere elevato per gli operatori di gruppi umanitari operanti in aree colpite da disastri e in campi profughi.

È spesso epidemica ed associata a stati di povertà e scarsa igiene. In passato è stata una delle principali cause di morte in molti paesi. Anche se le epidemie sono attualmente meno comuni, il colera rimane un’importante causa di morte nei paesi in via di sviluppo, soprattutto nei paesi più poveri come l’Africa, per la mancanza di efficienti sistemi fognari e di disponibilità di acqua potabile.

I vaccini iniettabili contro il colera sono sicuri e efficaci conferendo una protezione contro il colera che persiste fino a due anni dopo una dose singola di vaccino, e per tre anni con un richiamo a distanza di un anno.

Tuttavia, sono stati attualmente sostituiti dai vaccini orali e sono solo raramente impiegati.

Attualmente è disponibile un vaccino orale inattivato che può essere assunto a partire dall’età di 2 anni e prevede la somministrazione di due dosi da prendere a distanza di almeno una settimana ed entro un massimo di sei settimane; per i bambini dai 2 ai 6 anni sono necessarie 3 dosi.

La protezione conferita dura 2 anni negli adulti e 6 mesi nei bambini. Il vaccino va assunto almeno 1 ora prima dei pasti o almeno 1 ora dopo i pasti.

È indicato per i viaggi verso le aree in cui l’infezione è molto diffusa e il rischio di epidemie di colera è concreto.

Il vaccino non è sempre efficace, per cui nelle zone a rischio vanno sempre adottate le misure d’igiene per la prevenzione delle malattie trasmesse con alimenti e bevande.

Una recente revisione della Cochrane (in cui erano inclusi circa 250.000 soggetti) condotta con il fine di valutare l’efficacia e la sicurezza dei vaccini orali contro il colera nella prevenzione della malattia e della mortalità, ha mostrato che l’efficacia protettiva del vaccino durante il primo anno è di circa il 52% superiore al placebo nel prevenire il contagio e del 62% durante il secondo anno.

L’efficacia protettiva nei bambini di età inferiore ai 5 anni è stata del 38%, inferiore rispetto a quella osservata nei bambini più grandi e negli adulti dove è risultata del 66%.

I vaccini orali a cellule intere uccise attualmente disponibili sono in grado di impedire il 50-60% degli episodi di colera durante i primi due anni dopo il ciclo di vaccinazione primaria.

Il potenziale impatto di inserire la vaccinazione orale contro il colera nel programma di vaccinazione di routine dei paesi endemici, così come il rapporto costo-beneficio di questo intervento, dipenderanno dalla prevalenza del colera, dalla frequenza delle epidemie e dalla possibilità di accesso ai servizi di base per una rapida terapia di reidratazione.

Un nuovo vaccino a batterio intero ucciso è stato valutato in uno studio condotto su circa 1.400 reclute militari: questo vaccino ha dimostrato un’efficacia protettiva dell’86% a seguito di una piccola epidemia che si era verificata entro 4 settimane dalle 2 dosi di vaccino previste.

Non sono per il momento disponibili dati di efficacia oltre i due anni e sulla base delle informazioni disponibili i vaccini con batteri interi uccisi non hanno dimostrato alcun aumento clinicamente significativo degli effetti indesiderati rispetto a placebo.

Solo un vaccino vivo attenuato ha raggiunto gli studi clinici di fase III, ma i risultati della sperimentazione condotta su 68.000 soggetti non hanno fornito evidenze favorevoli sul piano dell’efficacia. Sono attualmente in fase di sperimentazione altri due nuovi tipi di vaccino vivo attenuato.

Encefalite Giapponese

L’encefalite giapponese è una malattia virale causata dal virus flavivirus, che viene trasmesso da zanzare infette appartenenti al genere Culex e presenti nelle zone rurali dove sono frequenti le coltivazioni di riso, come le vaste aree geografiche dell’Asia orientale (dal Sub-continente indiano fino alle Filippine ed al Giappone) e parte dell’Oceania.

La malattia è molto rara, ma rappresenta la prima causa di encefalite virale in Asia e gli effetti del contagio sono potenzialmente molto gravi.

Le zanzare  pungono specialmente nelle ore serali e durante la notte fino all’alba e il rischio di infezione è particolarmente frequente durante la stagione delle piogge fino all’inizio della stagione secca: la maggior parte dei casi di contagio avviene infatti da maggio a settembre.

Il rischio è generalmente basso per i viaggiatori se il soggiorno è breve e si svolge in centri urbani. È più elevato, invece, per coloro che si recano per lunghi periodi in aree rurali e agricole, rimanendo all’aperto nelle ore serali e notturne senza adeguata protezione.

Per la prevenzione della malattia è molto importante attuare le misure di protezione contro le punture di zanzare. Il periodo di incubazione dell’encefalite giapponese può variare da 5 a 15 giorni.

Non vi è alcun trattamento soddisfacente e oltre alle misure di protezione personale e di controllo ambientale può essere utile la vaccinazione.

Nell’Unione Europea è disponibile un vaccino inattivato realizzato con il ceppo virale responsabile dell’encefalite giapponese (ceppo SA14-14-2).

Questo vaccino sostituisce il vaccino Biken (basato sull’utilizzo di un ceppo diverso) che attualmente non è più prodotto. Il vaccino anti-encefalite giapponese è a base di virus uccisi, da somministrare per via intramuscolare in un ciclo che prevede 2 iniezioni, di cui la seconda dopo 28 giorni dalla prima. È controindicato nei bambini e nei ragazzi di età inferiore ai 18 anni.

Il vaccino è altamente immunogenico, ma la reale efficacia preventiva in termini di riduzione dei casi di encefalite giapponese ad oggi non è stata valutata.

Uno studio ha monitorato circa 200 soggetti per un anno e in circa l’83% di costoro erano ancora rilevabili gli anticorpi al termine del follow-up, facendo ipotizzare che l’effetto protettivo sia mantenuto a distanza di 1 anno.

Non vi sono tuttavia dati a lungo termine sulla risposta immunitaria e non è noto se sia necessaria una vaccinazione di richiamo e a distanza di quanto tempo.

Dalle evidenze disponibili, l’impiego della vaccinazione contro l’encefalite giapponese dovrebbe essere limitato ai viaggiatori adulti che intendono recarsi in Asia e che potrebbero essere ad alto rischio di contrarre il virus, per esempio in caso di soggiorni prolungati in zone rurali.

Encefalite da Zecche (TBE)

È un malattia virale, trasmessa dal morso di zecche infette e colpisce il sistema nervoso centrale. Gli ambienti a maggior rischio di puntura sono le zone boschive ricche di cespugli, umide ed ombreggiate e i prati incolti; il periodo più a rischio di trasmissione del virus è quello compreso fra primavera ed autunno, ma nei climi temperati e caldi può protrarsi per tutto l’anno.

Dopo il contagio la malattia si manifesta solo in una minoranza di casi con sintomi simil-influenzali come febbre, mal di testa, mal di gola e dolori articolari.

Nei casi più gravi tuttavia può manifestarsi un interessamento del sistema nervoso centrale. La TBE è presente in gran parte dell’Europa Centrale, specie in Austria, negli Stati Baltici (Lettonia, Estonia e Lituania), nella Repubblica Ceca, in Ungheria e nella Federazione Russa. Sono stati registrati diversi casi anche in Italia, soprattutto nella parte nord-orientale (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto-Adige).

La prevenzione della malattia si attua principalmente attraverso le misure comportamentali atte ad evitare le punture di zecca.

La vaccinazione può essere praticata a qualsiasi età a partire dai 5 mesi compiuti ed ha un’elevata efficacia protettiva.

Esiste il vaccino per l’adulto (a partire da 16 anni) e per il bambino. Il vaccino viene somministrato per via intramuscolare nella faccia antero-laterale della coscia o nella parte alta del braccio (muscolo deltoide) a seconda dell’età. Una seconda dose di richiamo è prevista dopo 1/3 mesi e una terza dose dopo 5/12 mesi dalla prima con protezione a lungo termine.

Il vaccino non è obbligatorio ma fortemente raccomandato in caso di viaggi in zone in cui la malattia è molto diffusa e la probabilità di entrare in contatto con le zecche è elevata

Precauzioni e Raccomandazioni

La vaccinazione orale contro il tifo non può essere effettuata in concomitanza con l’assunzione dei farmaci antimalarici e che molti vaccini richiedono ‘richiami’. Per questa ragione è opportuno informarsi per tempo, almeno 6-8 settimane, prima della partenza.

Controindicazioni ai vaccini nella maggior parte dei casi sono la presenza di malattie acute in atto e una precedente reazione di ipersensibilità a uno dei componenti del vaccino.

Inoltre, molti vaccini sono controindicati nelle donne in gravidanza o sono approvati solo in alcune fasce di età. Gli effetti indesiderati sono generalmente lievi e transitori (scompaiono in 1-2 giorni) e consistono in eritema e tumefazione nel sito dell’iniezione, leggera febbre e malessere generale.

È infine molto importante sottolineare alcune semplici misure comportamentali atte a prevenire le malattie veicolate da insetti o trasmesse da alimenti.

Nel primo caso è opportuno:

  • evitare di soggiornare all’esterno nelle ore serali o notturne;
  • indossare abiti con maniche e pantaloni lunghi, così da coprire la maggior parte del corpo;
  • evitare l’uso di profumi poiché potrebbero attirare gli insetti;
  • applicare lozioni repellenti sulle parti del corpo scoperte. I repellenti per gli insetti ed insetticidi a base di piretroidi o permetrina possono essere spruzzati anche direttamente sugli abiti;
  • alloggiare preferibilmente in stanze dotate di aria condizionata o in mancanza di questa con zanzariere alle finestre; usare zanzariere sopra il letto, rimboccando i margini sotto il materasso e verificando che nessuna zanzara sia rimasta all’interno. È molto utile impregnare le zanzariere con insetticidi a base di piretroidi;
  • spruzzare insetticidi o usare diffusori di insetticida a base di piretroidi nelle stanza di soggiorno e nelle stanze da letto. Naturalmente è opportuno utilizzare con attenzione i prodotti insetticidi, facendo attenzione per esempio a non applicarli sulla cute irritata o escoriata, o facendo attenzione ai bambini o agli ambienti chiusi;

Nella prevenzione delle malattie trasmesse dagli alimenti, è invece opportuno ricordare di:

  • scegliere prodotti che abbiano subìto trattamenti idonei ad assicurarne l’innocuità (ad esempio il latte pastorizzato o trattato ad alte temperature);
  • cuocere bene i cibi in modo che tutte le parti, anche le più interne, raggiungano una temperatura di almeno 70°C;
  • consumare gli alimenti immediatamente dopo la cottura; gli alimenti cotti, se non vengono consumati subito, vanno immediatamente conservati in frigorifero; la permanenza nel frigorifero deve essere limitata e se il cibo deve essere conservato per lungo tempo é preferibile congelarlo;
  • i cibi precedentemente cotti vanno riscaldati rapidamente e ad alta temperatura prima del consumo;
  • evitare ogni contatto fra cibi crudi e cotti;
  • curare particolarmente l’igiene delle mani prima la manipolazione di alimenti;
  • fare in modo che tutte le superfici della cucina, gli utensili ed i contenitori siano accuratamente puliti;
  • proteggere gli alimenti dagli insetti, dai roditori e dagli altri animali;
  • utilizzare solo acqua potabile.

È infine raccomandato al rientro da un viaggio internazionale consultare tempestivamente il medico nel caso in cui compaiano sintomi, come diarrea, dolori addominali, eruzioni cutanee o tosse persistente.


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