Animali e Umani, un Legame Sempre più Stretto
La spesa per i farmaci veterinari è in aumento. Ogni proprietario, infatti, fa di tutto pur di mantenere in salute e non far soffrire il proprio amico a quattro zampe.
Negli ultimi anni, diversi studi, in particolare quello condotto da Eurispes e quello Assalco Zookmark del 2014, hanno confermato che il legame degli italiani con gli animali da compagnia è sempre più forte.
Da questi studi emerge che il 55,3% delle famiglie italiane vive con un animale da compagnia; nel nostro Paese la popolazione degli animali da compagnia è pari a 60,4 milioni, dei quali 29,9 milioni di pesci, 12 milioni di uccelli, cani e gatti, rispettivamente 6,9 e 7,4 milioni e infine roditori e rettili.
Il 55,3% delle famiglie italiane vive con un animale da compagnia; nel nostro Paese la popolazione degli animali da compagnia è pari a 60,4 milioni click to TweetLa farmacia si dimostra nuovamente il canale privilegiato per l’acquisto dei vari prodotti necessari per la cura e il benessere dell’amico animale.
A Ogni Paziente il Giusto Farmaco
Accade spesso che i farmaci umani vadano a sostituire i farmaci veterinari, come confermato dai dati di uno studio retrospettivo condotto al centro Antiveleni di Milano.
Obiettivo dello studio, condotto tra il 2006 e il 2012, era quello di analizzare a quali farmaci erano esposti i cani e i gatti le cui reazioni venivano segnalate al centro Antiveleni.
Dalla ricerca è emerso che l’esposizione ai farmaci a uso umano costituiva il 79% dei casi riguardanti il cane, mentre i farmaci veterinari erano i principali coinvolti nei casi riguardanti i gatti (77%).
La classe farmacologica maggiormente riscontrata tra i farmaci a uso umano era quella delle specialità per il sistema nervoso centrale (26,8%), seguiti dai FANS (19,6%) e dai farmaci cardiovascolari ed endocrini (12,9 % ciascuno).
Occorre quindi ricordare che, anche a parità di principio attivo, i farmaci veterinari sono diversi, da quelli per uso umano, perché studiati appositamente tenendo conto del metabolismo di ciascuna specie;
utilizzare un farmaco non studiato per gli animali potrebbe portare a delle variazioni sia di farmacocinetica che di farmacodinamica.
Utilizzo degli Antibiotici in Veterinaria
Vogliamo affrontare in questo caso soprattutto l’utilizzo degli antibiotici in campo veterinario affrontando il fenomeno dell’antibiotico resistenza che ha subito infatti una crescente diffusione, raggiungendo proporzioni tali da rappresentare, secondo l’OMS e l’Unione Europea, un problema prioritario di sanità pubblica.
Anche a parità di principio attivo, i #FarmaciVeterinari sono diversi, da quelli per uso umano, perché studiati appositamente tenendo conto del metabolismo di ciascuna specie. click to TweetBasti pensare che in medicina veterinaria gli antimicrobici si utilizzano sia nella cura individuale delle malattie degli animali sia a scopo auxinico per trattare patologie di animali in allevamento intensivo, generando così una notevole pressione selettiva sulla popolazione microbica.
Risulta quindi fondamentale conoscere come gestire gli antibiotici per mantenerne l’efficacia clinica, in modo da ridurre al minimo lo sviluppo e la diffusione della resistenza antimicrobica.
Legislazione dei Farmaci Veterinari
I farmaci veterinari si possono suddividere in due categorie: medicinali per animali da affezione o compagnia e medicinali per animali da reddito.
Questa classificazione ha i suoi effetti non solo nei requisiti regolatori, ma anche nelle modalità prescrittive dei veterinari.
In Italia i farmaci veterinari sono normati principalmente da:
- DL.vo 06/04/2006 n. 163 – Attuazione della Direttiva 2004/28/CE recante codice comunitario dei medicinali veterinari (Rappresenta una sorta di testo unico dei farmaci veterinari)
- DL.vo 158/2006 – Attuazione della direttiva 2003/74/CE, concernente il divieto di utilizzazione di talune sostanze ad azione ormonica, tireostatica e delle sostanze beta-agoniste nelle produzioni animali e successive modifiche.
Ricetta Veterinaria in Farmacia: Un Po’ di Chiarezza
La compilazione e la spedizione della ricetta veterinaria ha scatenato più di una polemica tra medici veterinari e farmacisti.
La prescrizione veterinaria ha modalità di redazione e modulistica proprie, solo in alcuni casi sovrapponibili a quelle del medicinale a uso umano e non sempre ben note a entrambe le categorie professionali coinvolte.
Il veterinario è un medico specialista e come tale può utilizzare e prescrivere solo i medicinali ospedalieri OSP2, che sono gli unici farmaci ospedalieri che possono essere detenuti e venduti dalle farmacie territoriali, e quelli prescrivibili solo dallo specialista; non potrà invece né utilizzare né prescrivere i medicinali utilizzabili solo dallo specialista.
Ricordiamo inoltre che se devono essere somministrati a un animale farmaci OTC o SOP per uso umano, devono essere venduti dietro presentazione di ricetta veterinaria non ripetibile.
L’utilizzo di medicinali a uso umano è sempre eccezionale (trattasi di uso in deroga).
Nella clinica degli animali da affezione (NonDpa) tale uso in deroga è previsto e disciplinato dall’articolo 10 del Decreto legislativo 193/2006, dall’articolo 84 del medesimo decreto e dalle indicazioni contenute in diverse circolari e note esplicative del Ministero della Salute, tra cui:
- MinSal DGSA 0005727-P-29/03/2011 “Oggetto: Uso in deroga di medicinali veterinari.”
- MinSal DGSA 0008307-P-05/05/2011 “Oggetto: Uso in deroga di medicinali veterinari. Chiarimenti.”
Per non disperdersi tra tutti questi articoli, risulta particolarmente utile l’algoritmo per l’uso in deroga negli animali NonDpa proposto dalla Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani (FNOVI).
L’Antibiotico Resistenza
La diffusione delle antibiotico resistenze può essere contrastata in almeno due modi:
- Minimizzando l’uso di antibiotici sistemici eseguendo una terapia antimicrobica mirata (attraverso: esami citologici-dermatopatologici, analisi microbiologiche e definizione di protocolli A. terapeutici basati sui dati degli antibiogrammi)
- Usando gli antibiotici in modo razionale, con particolare attenzione al dosaggio e alla durata del trattamento.
La situazione in Europa
Per conoscere più approfonditamente le modalità di prescrizione degli antibiotici per gli animali in Europa, la Heads of Medicines Agencies e la Federation of Veterinarians of Europe hanno condotto un’indagine per evidenziare le patologie per le quali gli antibiotici sono più frequentemente prescritti e le differenti classi di farmaci prescritte, incluse le molecole di importanza critica per l’uomo (CIA).
3004 medici veterinari di 25 paesi europei hanno completato il sondaggio. Dallo studio è emerso che le penicilline e le tetracicline sono le classi più frequentemente prescritte per il trattamento delle principali specie animali per la produzione alimentare.
La situazione in Italia
Un’analisi simile, che descrive la situazione italiana (che poco si discosta dalla situazione europea), è stata condotta in una clinica veterinaria universitaria di Milano.
La ricerca ha descritto l’utilizzo di antibiotici in 18.905 cani e gatti visitati presso la clinica tra il 2000 e 2007 e valuta la proporzione di antibiotici prescritti in accordo alle raccomandazioni di uso prudente e il grado di accordo con le linee guida specifiche per l’utilizzo degli antibiotici in base alla diagnosi.
I composti più frequentemente prescritti sono stati gli antibiotici ad ampio spettro, tra cui penicilline con inibitori della beta-lattamasi, cefalosporine di prima generazione e fluorochinoloni.
Ma il dato più sorprendente dello studio è che gli antibiotici prescritti in seguito a esame batteriologico e antibiogramma erano meno del 5%.
Alla luce di questi dati, risulta opportuno e doveroso ricordare che la scelta di un antibatterico dovrebbe prendere in considerazione prima di tutto:
- il risultato dell’esame colturale
- il risultato dell’antibiogramma
- lo spettro di attività
- il meccanismo di azione
- l’apparato colpito
- la capacità di diffusione nei tessuti
- la principale via di eliminazione.
Qual è la giusta modalità di somministrazione degli antibiotici?
La capacità di distribuzione degli antibiotici nei vari compartimenti dipende dalle caratteristiche fisico-chimiche delle singole molecole. Per questo motivo la scelta del farmaco deve sempre considerare il sito d’infezione.
Alcuni antibiotici hanno grande affinità per alcuni tessuti, come le tetracicline per l’osso e gli aminoglicosidi per il rene, ma questo legame non significa sempre maggiore attività in questa sede per il fatto che la parte liberata è modesta.
Altri come i fluorochinoloni e i macrolidi passano bene nei tessuti infiammati per la loro capacità di penetrare nei macrofagi consentendogli di raggiungere concentrazioni in queste sedi 20-30 volte superiori a quelle plasmatiche.
I compartimenti transcellulari (urina, bile, liquido cefalorachidiano, peritoneale, pleurico, oculare, secrezioni bronchiali e gastrointestinali) sono quelli più difficili da raggiungere a causa delle barriere naturali che devono essere superate, pertanto è bene considerare le proprietà di diffusione degli antibiotici.
Il metabolismo e l’eliminazione dei farmaci in forma attiva per via renale o epatica viene sfruttata per il trattamento delle infezioni di questi apparati.
I farmaci idrofili vengono direttamente eliminati come tali con le urine, e possono concentrarvisi sino a livelli trecento volte superiori a quelli plasmatici.
I farmaci lipofili (per es. sulfamidici, fluorochinoloni) sebbene vengano riassorbiti dal tubulo, alla lunga raggiungono alte concentrazioni nelle urine.
Farmaci come i fluorochinoloni, cefalosporine, lincosamidi, macrolidi, rifampicina, tetracicline e in parte ampicillina e amoxicillina, vengono escreti con la bile non modificati e riassorbiti con il ciclo enteroepatico permettendo loro di esplicare l’attività antibatterica in sede epatica.
Somministrazione Orale Degli Antibiotici
Per motivi pratici, nella medicina degli animali da compagnia, gran parte delle terapie si esegue per somministrazione orale (os). La biodisponibilità delle formulazioni per os nel cane e nel gatto varia molto in base alla presenza del cibo nello stomaco, pertanto è opportuno segnalare al proprietario dell’animale come e quando somministrare il farmaco.
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Articolo tratto dalla lezione del Percorso Formativo Professione Farmacia della Dott.ssa Silvana Urru: “I farmaci veterinari”. CONTATTACI SUBITO per avere la versione integrale della lezione.