Radiazione Ottica-Tessuti Biologici-Professione Oculista-MEI

Radiazione Ottica e Tessuti Biologici

L’Interazione della Radiazione Ottica con i Tessuti Biologici

La radiazione ottica emessa da una sorgente naturale o artificiale, può interagire con i tessuti biologici di un soggetto esposto.

Questa interazione porta a un assorbimento di energia da parte dei tessuti prevalentemente negli strati esterni del corpo umano, di conseguenza la maggior parte degli effetti biologici sarà a carico di due strutture in particolare: l’occhio e la cute.

Interazione Fotochimica e Interazione di Tipo Termico

Differenti lunghezze d’onda sono caratterizzate da meccanismi d’interazione diversi che possono essere riassunti in due categorie: interazioni di tipo fotochimico e interazioni di tipo termico.

Le interazioni di tipo fotochimico sono reazioni chimiche catalizzate dall’assorbimento di energia, mentre interazioni di tipo termico sono reazioni che aumentano la temperatura corporea più o meno localmente.

A differenti lunghezze d’onda corrispondono diversi meccanismi d’interazione: le #InterazioniFotochimiche e le #InterazioniTermiche. Share on X

Le interazioni fotochimiche sono provocate principalmente dall’assorbimento di energia legata a esposizioni alla radiazione visibile e/o ultravioletta, mentre le interazioni termiche sono provocate dall’assorbimento di energia legata ad esposizioni alla radiazione infrarossa e/o visibile.

E’ bene tenere presente che gli effetti legati alle interazioni di tipo fotochimico sono caratterizzati da un effetto cumulativo nel tempo. Gli effetti termici invece beneficiano del frazionamento dell’esposizione, a patto che l’intervallo di tempo tra due esposizioni sia tale da garantire la dispersione del calore dai tessuti coinvolti.

Effetti Stocastici ed Effetti Deterministici

Lunghezze d’onda differenti, causano diversi effetti biologici in funzione della struttura dell’occhio o della cute che ha assorbito la radiazione, e del tipo di interazione avvenuta a seguito dell’assorbimento di energia.

Gli effetti biologici indotti dalle radiazioni ottiche possono inoltre essere divisi in: effetti deterministici ed effetti stocastici.

Gli effetti deterministici sono caratterizzati da un livello di soglia di esposizione, superato il quale l’effetto si manifesta.

E’ da sottolineare che il livello di soglia può cambiare tra individui diversi nell’ambito della variabilità individuale. Il tempo di insorgenza del danno degli effetti deterministici è tipicamente breve.

Gli effetti stocastici, invece, si manifestano indipendentemente dal raggiungimento di un determinato livello di esposizione e sono generalmente caratterizzati da un tempo di insorgenza lungo.

Non è quindi possibile ridurre a zero il rischio di insorgenza del danno, tuttavia la limitazione dell’esposizione al di sotto delle soglie di induzione degli effetti deterministici, individuate da studi di tipo epidemiologico, contribuisce a ridurre la dose che l’individuo esposto accumula durante la sua vita e riduce la probabilità (per effetti stocastici) o la gravità (per effetti deterministici) degli effetti a lungo termine.

Conseguenze della Radiazione Ottica sull’occhio

La massima efficacia biologica della radiazione ottica, per induzione di fotocheratite e fotocongiuntivite, si verifica per esposizione a lunghezze d’onda inferiori a 300 nm. I sintomi più frequentemente correlati a questi effetti sono fotofobia, lacrimazione e sensazione di corpo estraneo nell’occhio.

Per esposizioni a lunghezze d’onda superiori a 300 nm nei primati è stata dimostrata una maggiore incidenza di cataratta.

#RadiazioneOttica sull'occhio: per esposizioni a lunghezze d’onda superiori a 300 nm nei primati è stata dimostrata una maggiore incidenza di #cataratta Share on X

Le opacità del cristallino possono essere sia transitorie sia permanenti. Occorre tenere presente che per individui afachici la radiazione UV può raggiungere il tessuto retinico e può indurre fotoretinite.

E’ stata esaminata la possibilità che l’esposizione ultravioletta sia tra i fattori causali del melanoma del rivestimento vascolare dell’occhio, che colpisce le popolazioni bianche con maggiore probabilità rispetto a quella di colore bruno.

Caratteri fenotipici come gli occhi chiari o caratteri genotipici che comportano maggiore fotosensibilità, sono fattori di rischio per questo tumore. Fattori geografici non sembrano invece correlati con il rischio.

L’Istituto Superiore di Sanità, nel documento Il rischio da esposizione alla radiazione ultravioletta naturale ed artificiale, riporta che gli studi epidemiologici complessivamente non mostrano una convincente associazione tra esposizione solare e melanoma dell’uvea.

Tuttavia in alcuni studi caso-controllo, questo tumore risulta fortemente correlato all’impiego di lampade solari.

L’elevata incidenza in pazienti affetti da Xeroderma Pigmentosus, inoltre, indica ancora un possibile ruolo del danno indotto sul DNA.


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