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L’infermiere di famiglia

L’infermiere di famiglia: una svolta storica

Non solo il Medico di Famiglia, a breve avremo anche l’Infermiere di Famiglia, il professionista sanitario che si concentra sulla salute del nucleo famigliare attraverso le cure domiciliari.

Svolta storica: non solo il Medico di Famiglia, a breve avremo anche l'#InfermiereDiFamiglia, il professionista sanitario che si concentra sulla salute del nucleo famigliare con cure domiciliari. #ECM Condividi il Tweet

L’aumento dell’aspettativa di vita, l’incremento delle patologie croniche, il cambiamento dei bisogni dei pazienti, conducono inevitabilmente al superamento del modello ospedalecentrico che implica tra l’altro  costi elevatissimi.

Si cercano quindi soluzioni alternative per alleviare la pressione sui nosocomi,  cercando di garantire comunque un’appropriatezza di intervento assistenziale per non trascurare il paziente fuori dall’ospedale. Per questo il sistema territoriale si propone come protagonista, diventando la sede primaria delle cure.

E’ in questo contesto che si  inserisce, parallelamente al Medico di Famiglia,  l’infermiere di famiglia  con l’assistenza  domiciliare e l’ambulatorio infermieristico.

Si garantiscono così ai cittadini interventi di sostegno, di supporto e strategie di cura e prevenzione.

Il cammino normativo

La descrizione di questa nuova figura fu introdotta per la prima volta nell’anno 2000 dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel documento  ‘The family health nurse – Context, conceptual framework and curriculum’  come componente fondamentale di un team multidisciplinare avente come scopo il raggiungimento dei 21 obiettivi del ventunesimo secolo stabiliti dall’OMS Europa nel 1998.

In Italia  con la legge 43 del 2006 si è avuto il riconoscimento di questa area specialistica con la nascita dei primi Master. Solo nel 2012 però, con il decreto Balduzzi che ha introdotto la riorganizzazione dell’assistenza primaria territoriale, si introduce la figura dell’infermiere di famiglia.

Nel 2012 il #DecretoBalduzzi indica il riconoscimento della professione infermieristica come la figura di riferimento per la crescita e il miglioramento dei servizi sanitari territoriali. #InfermiereDiFamiglia #ECM Condividi il Tweet

Questa norma indica il riconoscimento della professione infermieristica come la figura di riferimento per la crescita e il miglioramento dei servizi sanitari territoriali. Già dalla fine degli anni ’90 alcune regioni avevano iniziato ad attivare in forma locale la figura dell’infermiere territoriale, in particolare il Friuli Venezia Giulia, senza però un inquadramento specifico riconosciuto a livello nazionale.

L’emergenza Coronavirus, ha confermato in modo  evidente la mancanza di questa figura professionale, portando come priorità la riorganizzazione dell’assistenza territoriale partendo proprio dagli infermieri di famiglia e comunità.

Con il Patto per la Salute approvato a dicembre 2019, nell’ambito del riordino della Medicina Generale e dell’assistenza territoriale, viene promossa la valorizzazione delle figure professionali, in particolar modo quella infermieristica  con l’introduzione di nuovi compiti e responsabilità.

Attualmente il governo con il Decreto Rilancio prevede l’assunzione a tempo indeterminato  di circa 9600 infermieri territoriali entro il 2021, tamponando la carenza di questi mesi con contratti di lavoro autonomo.

Che ruolo ricopre l’infermiere di famiglia?

Con il #PattoPerLaSalute dicembre 2019, nell'ambito del riordino della Medicina Generale e dell'assistenza territoriale, viene promossa la valorizzazione delle figure professionali, in particolare quella infermieristica con nuovi… Condividi il Tweet

Dopo l’approvazione della Commissione Affari Sociali e in attesa dell’ok definitivo del Parlamento cerchiamo di analizzare quali sono effettivamente i compiti di questa figura professionale destinata a diventare  la protagonista dell’assistenza sanitaria territoriale.

L’infermiere viene chiamato a ricoprire un ruolo nuovo, vicino a quello dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta. Questo per garantire la continuità assistenziale in un’ottica di collaborazione multidisciplinare che va oltre la semplice assistenza domiciliare.

Ancora oggi manca una figura vicino alla famiglia che sappia guidarla nei  delicati periodi legati ai problemi di salute. L’infermiere di famiglia che promuove la salute in ogni sua forma. Offre l’assistenza necessaria, di carattere terapeutico, psicologico e motorio, per sostenere il peso di una malattia, di una convalescenza o di una disabilità cronica.

Assicura la continuità assistenziale sia in ambito domiciliare che ambulatoriale, diventando un punto di riferimento per la comunità. Tutto questo anche con il coinvolgimento dei pazienti nel processo decisionale per includere anche i bisogni e le preferenze dei pazienti.

Non solo assistenza a domicilio

Non solo assistenza a domicilio, l’infermiere di famiglia ha tutte le competenze per gestire un proprio ambulatorio sul modello di quello del medico di Medicina Generale.

Ha la possibilità di garantire a tutti le prestazioni che fanno capo alla responsabilità propria della professione infermieristica: iniezioni, medicazioni, educazione alla salute, controllo sull’aderenza alla terapia.

Appropriatezza economica

Un’adeguata assistenza territoriale integrata porta benefici anche alle casse dello stato:

  • evitando ricoveri impropri dovuti a complicanze ed aggravamenti
  • accorciando le degenze
  • facilitando le “dimissioni protette”
  • facilitando l’adesione alle terapie
  • promuovendo e diffondendo strategie di prevenzione, attrraverso l’educazione del singolo individuo e della collettività,
  • aumentando la fiducia nel sistema sanitario
L'assistenza territoriale integrata porta benefici per: diminuzione ricoveri impropri; degenze brevi; dimissioni protette; corette terapie; prevenzione. #InfermiereDiFamiglia #ECM Condividi il Tweet

Questo rappresenta il futuro dell’assistenza, reti territoriali multiprofessionali, per consentire l’individuazione delle malattie, la riduzione del rischio di aggravamenti e cronicizzazioni, la prevenzione e l’aumento della soddisfazione dei pazienti.

L’infermiere di famiglia nel mondo

In molte parti del mondo l’infermiere di famiglia è una figura professionale consolidata. La necessità dell’assistenza infermieristica domiciliare è emersa progressivamente e gradualmente, nella maggior parte dei paesi europei. Nel Regno Unito già da tempo si fa affidamento  sul Public Healthy Nurse che presta servizio nelle comunità. Si occupa degli aspetti pratici che garantiscono la cura e il mantenimento della salute dei cittadini.

Anche negli Stati Uniti l’assistenza primaria (Primary Care) è sempre più spesso guidata dagli infermieri di famiglia (Nurse Practicioner). Una popolazione sempre più anziana rende inevitabilmente più difficile la gestione delle patologie croniche imponendo un ripensamento strutturale ed organizzativo dell’assistenza primaria.

In molte parti del mondo l'#InfermiereDiFamiglia è una figura professionale consolidata. In UK si fa affidamento sul #PublicHealthyNurse che si occupa degli aspetti pratici di cura della salute dei cittadini. #ECM #FormazioneContinua Condividi il Tweet

Il numero dei medici delle cure primarie è in calo in contrapposizione all’aumento il numero degli infemieri di famiglia che entro il 2025 vedrà una crescita dell’84%. Il cittadino sarà sempre più curato da un infermiere mentre il medico  avrà in carico i casi più complessi e gravi. Da ricerche effettuate risulta che anche i pazienti risultano soddisfatti, fornendo  feedback di valutazione sovrapponibili a quelle dei medici.

Un’opportunità da non perdere

A questo punto ci auguriamo che anche in Italia si sia arrivati ad una svolta nella strutturazione e nel riconoscimento di questa figura professionale fino ad ora rimasta in disparte. Ci è voluta una pandemia per dare uno scossone e far emergere l’assoluta necessità di  un cambiamento radicale nell’organizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale. Vediamo di non perdere e sprecare questa occasione.

 

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