Miracolo Economico e il Fast Food
L’attenzione all’alimentazione è diventata in Occidente un fatto sociale dal secondo dopoguerra, in particolare durante il periodo del cosiddetto “miracolo economico” che ebbe il suo culmine negli anni 1958/1963, con un cambiamento negli stili di vita e nelle abitudini alimentari: aumenta il consumo di carne, pesce e di cibi preparati che si possono anche conservare a lungo grazie all’introduzione dei primi frigoriferi.
Questi cambiamenti che, all’inizio potevano sembrare positivi, dopo i tempi di carestia dovuti alla guerra, si dimostrarono portatori di squilibri, non più dovuti alla necessità ma alle cattive abitudini.
Abitudini scorrette che si sono confermate a ritmi sempre più rapidi negli ultimi 30/40 anni e di cui il fast food ne è il principale esempio.
I pasti principali si risolvono con un panino mangiato in piedi, un pasto veloce, spesso sfuggendo ad uno più equilibrato.
Pizze, hamburger, patate fritte con molti grassi animali, conservanti, poche fibre e vitamine, sono divenuti il modello alimentare maggiormente perseguito.
Dall’Alimentazione ‘Estetica’ Alla Prevenzione
Un primo passo verso una maggiore attenzione alimentare si ritrova a partire dagli anni ’90, legato all’aspetto estetico: riconosciamo il binomio essere magri – essere belli, in qualche caso con deviazioni rischiose verso ipermagrezza sia maschile che femminile, insieme all’aspetto salutistico – sportivo, ovvero un’alimentazione corretta allo scopo di avere un corpo forte, resistente, agile, veloce.
Il fatto rilevante è che al di là di filosofie (vivere bene e invecchiare meglio), prestazioni agonistiche, o apparenza fisica, salta agli occhi il crescente interesse dedicato alla cura dell’alimentazione come sano strumento preventivo per un’ampia gamma di patologie con forte rilevanza sia medica che sociale.
Prevenire La Sindrome Metabolica
Ormai sappiamo con certezza che un’alimentazione squilibrata porta ad un aumento di molte situazioni patologiche, sviluppando i fattori di rischio per le malattie cardiovascolari che nel loro insieme vengono indicate con il termine di Sindrome Metabolica: insulino-resistenza, dislipidemia, aumento del grasso corporeo, ipertensione.
Questi fattori metabolici, uniti a fattori ambientali e genetici, portano ad un rischio di sviluppare aterosclerosi aumentato di 2/3 volte e di sviluppare diabete di tipo 2, aumentato di 5 volte rispetto alla popolazione generale.
Secondo i dati dell’Osservatorio Epidemiologico raccolti a partire dal 1998 e pubblicati sul sito Progetto Cuore (http://www.cuore.iss.it/fattori/glicemia.asp) la prevalenza della Sindrome Metabolica in Italia è del 23,5% negli uomini e del 18,5% nelle donne.
La Prevenzione In Oftalmologia e Oncologica
È importante sottolineare come l’attenzione all’alimentazione stia sempre più interessando, da un punto di vista medico, l’area della prevenzione come rilevato dalla letteratura scientifica.
Come già detto, tutte le patologie a carattere metabolico possono essere prevenute e/o rallentate con l’adozione di regimi alimentari corretti; va ricordato però che una sana alimentazione ricca di frutta e verdura ricca di Vitamina A (carote), antocianine (mirtilli), possono aiutare a mantenere una buona vista e a contrastare patologie oftalmologiche migliorando la circolazione sanguigna dei capillari oculari. Una dieta sana e varia fornendo vitamine, sali minerali e altri composti benefici, può essere un aiuto per la prevenzione dei tumori e per tenere sotto controllo la crescita tumorale nei vari stadi della malattia.
Recentemente è stato inoltre confermato che, per le persone affette da tumore, il mantenere il peso nella norma stabilizzando il metabolismo, viene rallenatata la crescita tumorale.
I Vantaggi Della Dieta Mediterranea
Alla fine degli anni ’50, Ancel Keys fisiologo e biologo statunitense, inventore tra l’altro della razione K in uso nelle forze armate in circostanze operative, conduce i primi studi sull’influenza di un’alimentazione scorretta sulle malattie cardiovascolari.
Nei primi anni ‘60, Keys si trasferisce nel Cilento, dove vivrà diversi anni portando avanti un accurato studio sulle abitudini alimentari della popolazione locale, arrivando alla conclusione che la cosiddetta “dieta mediterranea” apporta evidenti benefici alla qualità della salute, grazie all’abbondante consumo di frutta, verdura, cereali, latticini, all’uso esclusivo di olio d’oliva e al modesto consumo di carne e pesce.
La dieta mediterranea non deve essere considerata un regime dietetico ma uno stile di vita sano e attivo, che aiuta a condurre un’esistenza con minori probabilità di insorgenza di malattie croniche, intervenendo positivamente sui fattori di rischio cardiovascolare come colesterolo, trigliceridi, pressione sanguigna, glicemia.
Il valore della dieta mediterranea sulla prevenzione sono state confermate da numerosi studi con evidenze cliniche e scientifiche, quindi viene ad avere una validità e attuabilità nei macro sistemi, pur affiancandosi a terapie farmacologiche di non minore rilevanza.
Conclusione
Un comportamento alimentare corretto, insieme ad un’adeguata attività fisica, rappresenta quindi il requisito fondamentale per il mantenimento di una buona salute.
Questo aspetto è di grande interesse anche per i Servizi Sanitari che non sempre però riescono ad intervenire con strategie mirate a promuovere uno stile di vita salutare.
Si tratta di un percorso lungo che deve iniziare già dalla prima infanzia per diventare patrimonio culturale personale di ognuno.
Attraverso la prevenzione derivante dalla corretta alimentazione c’è infatti l’ effettiva possibilità di ridurre i costi rilevanti e crescenti degli interventi terapeutici e di tutti i costi di monitoraggio necessari.